Sentiero Frassati della Campania
Sviluppandosi lungo mille metri di dislivello, in un’area della provincia di Salerno (il Vallo di Diano) appartenente all’antica Lucania, quello di Sala Consilina è il primo sentiero dedicato in Italia al beato Pier Giorgio Frassati.
L’inizio di questo percorso è pertanto l’inizio della stessa iniziativa – lanciata dalla Sezione di Salerno del Club Alpino Italiano – d’intitolare al giovane beato torinese un sentiero in ogni regione d’Italia, ed è perciò significativo che tale idea sia stata “tenuta a battesimo” proprio presso un antico fonte battesimale.
Il “Sentiero Frassati della Campania” parte a quota 478 m, in località “San Giovanni in Fonte”, dal battistero paleocristiano di “Marcellianum”, unico al mondo per essere impiantato direttamente su una sorgente d’acqua. In età pagana si praticava qui, appunto in corrispondenza di una sorgente d’acqua limpidissima, il culto di “Leucotea” (la dea bianca). Successivamente, con l’avvento della religione cristiana, quello che in origine dovette probabilmente essere un ninfeo fu trasformato (IV sec.) in un battistero che, proprio da questa particolarità architettonica d’essere un tutt’uno con l’elemento acquatico, derivò la specificità, rispetto ad altri, del miracolo che la tradizione – raccolta dal consigliere dell’imperatore Teodorico, Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (nato tra il 485 e il 490 e morto nel 580) vuole si compisse in questo luogo nel “dies sacratae noctis”, allorché i catecumeni si radunavano a Marcellianum per ricevere il battesimo per immersione: “Quando il sacerdote nella notte sacra incominciava a pronunziare le parole del battesimo e dalla santa bocca uscivano le formule originarie, ecco che l’onda, sollevandosi, non rivolgeva le sue acque per i soliti meati, ma ne spingeva la massa verso l’alto: solitamente l’acqua ricopriva cinque gradini, ma in quel momento la si vedeva crescere di altri due” (trad. di Luigi PICA). All’invocazione dello Spirito Santo l’acqua della vasca battesimale di “Marcellianum” si alza, dunque, di livello, a significare che lo Spirito Santo, penetrandola, l’ha resa feconda e pertanto capace – come un enorme utero miracoloso – di partorire uomini nuovi, i cristiani appunto. La particolare suggestione del rito battesimale per immersione che si compiva a “Marcellianum” fece esclamare a Cassiodoro: “Anche la Lucania ha il suo Giordano!”.
Proseguendo per strada sterrata in direzione di Sala, con deviazione a destra nei pressi della discarica comunale si raggiungono i ruderi del monastero di Sant’Angelo in Fonti (XIV sec.) il cui residuo di torre, ergentesi superbo tra rada vegetazione, dà perfettamente l’orientamento sin dalla partenza.
Il monastero – nel quale erano ben fusi il romanico della struttura ed il gotico degli ornamenti – ospitò nella prima metà del ‘300 una comunità di monache cistercensi dell’ordine di san Bernardo, santo particolarmente caro, oggi, agli alpinisti per esserne il patrono. Il luogo è particolarmente importante perché lì si trova una spelonca (quota 560 m) un tempo adibita a culto dai primi cristiani, che vi si rifugiavano a causa delle continue e ostinate persecuzioni. E fu da quella spelonca che, per la gente di Sala, ebbe inizio – in maniera non dissimile da quanto riscontrabile in altre località del Meridione – quel culto micaelico che più tardi si sviluppò nel pieno della luce del colle della Balzata, sul quale si edificò e si accrebbe negli anni un vero e proprio santuario dedicato all’Arcangelo Michele.
Ed è appunto lassù (a quota 986 m) che, in circa due ore e mezzo, conduce il “Sentiero Frassati”. Ai tornanti asfaltati che da qualche decennio hanno fagocitato l’antico percorso dei pellegrini esso preferisce un desueto percorso, lungo il versante prospiciente Padula, che ha il pregio di farci ancor oggi rivivere l’emozione di raggiungere il santuario calpestando la nuda terra.
Da: San Giovanni in Fonte
A: Madonna di Sito Alto – Sala Consilina
Lunghezza: 14,0 Km
Tipologia: pedonale
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Copyright
CAI Salerno
Sentiero Frassati della Campania di Alfonso Sarno
“Domenica è stata una di quelle giornate magnifiche e dal ghiacciaio il mio pensiero è corso agli amici lontani, li avrei voluti tutti qui per godere con me quello spettacolo meraviglioso…ed ammirare in quest’aria pura la grandezza del Creatore”. Pier Giorgio Frassati, il beato torinese nato nel 1901 e morto nel 1925, a ventiquattro anni fu entusiasta alpinista. Motivo per cui il Cai ha desiderato che ogni regione gli dedicasse un sentiero. Il primo in Italia è sorto in Campania nel 1996 ed ha il suo punto di partenza a Sala Consilina, in località San Giovanni in Fonte nel Battistero Paleocristiano di “Marcellianum”, alimentato da una sorgente d’acqua perenne e cristallina dove i catecumeni ricevevano il battesimo per immersione. Suggestivo monumento che fece esclamare a Cassiodoro, consigliere dell’imperatore Teodorico: “Anche la Lucania ha il suo Giordano” sorse su di un preesistente luogo di culto dedicato alla dea pagana Leucotea ed è una tra le tante eccellenze artistiche ed architettoniche del territorio. Da visitare lentamente, una volta terminato il cammino che comprende, fra gli altri, i ruderi del monastero di Sant’Angelo in Fonti, risalente al XVI secolo ed abitato dalle Monache Cistercensi; il Santuario caro ai Salesi sul Colle della Balzata, edificato nel XII secolo.
Già, il Vallo di Diano è un museo diffuso, a cielo aperto, scrigno prezioso di gioiello come la Certosa di San Lorenzo in Padula voluta da Tommaso II di Sanseverino, conte di Marsico e Signore del Vallo di Diano che trasformò la Grancia dell’Abbazia di Montevergine nella prima Certosa della Campania, iniziata nel 1306 e, grazie ad interventi protrattisi fino alla seconda metà del Settecento, simbolo della cultura barocca regnicola. Una cittadella perfettamente autonoma con la Chiesa ed i Cori dei Padri e dei Conversi, le casette dei monaci completate da piccoli giardini, la maestosa cucina con la grande cappa al centro posta sulla fornace decorata da mattonelle maiolicate. E poi Teggiano dalle tredici chiese, il centro antico, la cattedrale, il Museo Diocesano, l’ex Monastero benedettino e la Chiesa di Maria Santissima della Pietà, il Castello Macchiaroli. Una terra antropizzata, al passo con i tempi ma brava nel custodire e valorizzare le sue specificità.