Sentiero dei Papi
Il sentiero si imbocca sulla strada statale n. 374 a circa 1 km dal paese di Sumonte (AV). Si sale a San Sivestro su un sentiero lastricato con stretti tornanti in circa 1 ora. Al fianco della chiesetta vi è una grotta ove sgorga, dalle rocce, un’acqua ritenuta miracolosa per le malattie della pelle. Da qui parte un sentiero stretto e tortuoso che porta in circa mezz’ora su di un belvedere perpendicolare alla chiesetta, da cui si gode una bellissima vista sui Monti Picentini.
Si prosegue su una sterrata per circa 500 metri, per poi lasciarla in una curva a sinistra e continuare diritto su un sentiero stretto. Si inizia il tratto in saliscendi più impegnativo che giunge a Campetto di Sant’Angelo superando diversi valloni. Tenendosi sul lato destro, in leggera salita, si interseca una sterrata e la si segue fino al superamento di un burrone ove si ha un restringimento e un passaggio fra le rocce (altro punto difficoltoso). Quindi si prosegue in discesa fino ai ruderi dell’Incoronata, situati in una amena radura con faggi secolari. Si continua su sterrata, dopo i ruderi, verso destra, fino ad una bivio ove, a sinistra, si scende verso Sant’Angelo e diritto si raggiunge un belvedere da cui poter osservare il Taburno e i Monti Picentini.
Da: Sant’Angelo a Scala – Avellino
A: Summonte
Tappa: San Silvestro
Lunghezza: 3,0 Km
Tipologia: pedonale
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Copyright
CAI Avellino
Sentiero dei Papi di Alfonso Sarno
E’ modesto e nascosto, abbarbicato alle rocce del Monte Vallatrone, 900 metri d’altezza, nel comune di Sant’Angelo a Scala ed al confine con Summonte, il Santuario dedicato a Silvestro, il Santo Papa che ci traghetta nell’anno nuovo ma anche il primo a governare la Chiesa dopo la libertà di culto proclamata dall’imperatore Costantino nel 313. Protettore degli animale domestici, bovini, muratori e tagliapietre regna non più sul fastoso Vaticano ma sul piccolo edificio di culto che bene si inserisce nella natura incontaminata con la facciata di pietra bianca, il portale elegantemente scolpito e la torre campanaria dove si conserva una campana suonata dagli escursionisti una volta compiuto l’intero percorso. Al suo fianco una grotta dove sgorga una piccola sorgente d’acqua considerata miracolosa ed in grado di guarire ogni malattia della pelle. Come la lebbra da cui fu guarito, grazie però anche all’intercessione del Pontefice, Costantino.
Un sito che si anima soprattutto il lunedì in Albis e che testimonia l’illustre storia di Sant’Angelo a Scala, incontaminato paese irpino immerso nel Parco del Partenio, incorniciato da castagneti e noccioleti e patria di un altro Papa, Paolo IV Carafa, il “padre” del Santo Uffizio. Purtroppo, soltanto pochi ruderi restano dell’imponente Eremo dell’Incoronata, abitato dagli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona e distrutto dall’esercito francese alla ricerca del colonnello borbonico Michele Pezza, meglio conosciuto come Fra’ Diavolo e catturato dalle truppe bonapartiste guidate da Joseph Léopold Sigisbert Hugo, padre di Victor, autore del celebre romanzo “I miserabili”.