Sentiero dei Monaci
L’escursione proposta si svolge nel territorio dei Campi Flegrei, nel suo settore orientale, ed offre splendidi panorami, oltre a molteplici spunti naturalistici, geologici e geomorfologici. Il percorso risale un versante interno della caldera flegrea attraversando qualche antica masseria, agrumeti, vigneti e campi coltivati ad alberi da frutto; si procede successivamente lungo un pendio con piccoli frammenti di macchia mediterranea, querce, noccioli e rari castagni. Percorrendo i gradini scavati anticamente dai monaci nel Tufo Giallo Napoletano, la pietra su cui poggia tutto l’impianto urbano della città di Napoli, si giunge all’ Area Botanica ‘Francesco Luccio’ nel Parco Urbano dei Camaldoli, curata dai volontari dell’Associazione Agrifoglio; di qui si raggiunge l’Eremo del SS. Salvatore ai Camaldoli.
Il fertile substrato costituito dai depositi delle eruzioni vulcaniche esplosive che hanno caratterizzato l’attività eruttiva dei Campi Flegrei determina una copertura vegetale rigogliosa.
Inoltre, dalla porzione sommitale del sentiero è possibile osservare le ripide pareti di tufo in cui nidificano la poiana ed altri rapaci e godere un ampio, bellissimo panorama sui Golfi di Napoli e Pozzuoli.
L’Eremo dei Camaldoli è un sito monumentale di elevato valore storico, artistico e paesaggistico. Si trova sulla sommità della Collina dei Camaldoli. Per secoli e’ stato affidato ai Monaci Camaldolesi.
Dal 1998 l’ampio complesso, ristrutturato e rinnovato, è abitato dalle Suore Brigidine, dell’Ordine del S.S. Salvatore di S. Brigida. Costruito nel 1585 su progetto di Domenico Fontana, fu eretto nel luogo in cui esistevano i ruderi di un’antica Cappella, fondata da S. Gaudioso nel 439
e dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Giovanni D’Avalos, figlio di Alfonso, Marchese del Vasto, contribuì alla costruzione dell’Eremo con l’offerta di una cospicua somma di danaro. La Chiesa attuale, affiancata da una grande torre campanaria, presenta architettura riferibile ad uno stile tardo rinascimentale.
Oltre alla Chiesa, fanno parte del complesso: la cinta muraria esterna, le celle dei monaci, il giardino, l’orto, i servizi ed il belvedere aperto su Napoli con una visuale che spazia da Capri ad Ischia, dal Vesuvio ai Campi Flegrei.
L’Eremo, nell’arco della sua storia, è stato soppresso due volte: la prima per volere di Napoleone, nel 1807; la seconda dai Savoia nel 1866. Nel 1885 l’eremo ritornò ad essere gestito dai Camaldolesi.
Da: Soccavo
A: Camaldoli
Tappe: Eremo dei Camaldoli
Lunghezza: 2,3 Km
Tipologia: pedonale
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Copyright
CAI NApoli
Sentiero dei Monaci di Alfonso Sarno
Il pellegrino che giunge a Piedimonte Matese, tra Caserta e Benevento, a Santa Maria Occorrevole non riesce a sottrarsi all’atmosfera intrisa di forte misticismo. Appartato, bianco sullo sfondo del verde delle montagne è, dal 1436 quando venne fondato, luogo in cui miracoli e soprannaturale sono all’ordine del giorno. Dalla pecorella smarrita trovata dal pastore davanti ad un affresco raffigurante la Madonna con le braccia aperte, protesa verso i fedeli; atteggiamento di materna pietà che spiega l’intitolazione del Convento, all’Eremo della Solitudine voluto da San Giovan Giuseppe della Croce, affinché i suoi religiosi vivessero lontani da ogni lusinga del mondo e costruito vicino ad una Cappella dedicata a San Michele Arcangelo, trionfatore sul demonio, dove sgorgava un’acqua che una donna indemoniata bevve, venendo immediatamente liberata. Oltre ai fenomeni miracolosi di cui fu protagonista proprio Giovan Giuseppe della Croce, Alcantarino della riforma Italiana, la cui sapiente guida rese i convento uno dei più rigorosi ed osservanti dell’Ordine.
Abitato prima dai Servi di Maria, poi affidato al clero secolare, quindi agli Alcantarini ed, attualmente, ai frati minori che vi hanno posto il noviziato non è venuto mai meno alla fuga dal mondo ribadita con forza da San Francesco d’Assisi. Luogo di formazione per i giovani novizi, casa di preghiera e di ritiro, importane biblioteca aperta al pubblico dal ricco catalogo con oltre cinquecento volumi, seicentine e settecentine, contenitore di opere d’arte Santa Maria Occorrevole attraversa i secoli con la con la sapienza di chi sa mettere insieme Marta e Maria, operosità e preghiera.