Furore
Per la sua conformazione, articolata in case bianche sparse lungo il pendio intensamente coltivato a viti e olivi, è stato denominato il “paese che non c’è”. Ma Furore è un vero e proprio museo all’aperto: con i suoi murales “enplein air” è entrato a far parte dei percorsi turistici che espongono l’arte sulle pareti esterne delle case o sui muri a secco dei terrazzamenti.
Il toponimo viene da Terra Furoris, espressione collegata al maestoso spettacolo delle onde che si frangono contro le rocce nella strettissima insenatura del celebre Fiordo, collocato ai piedi di una vallata raggiungibile direttamente da una lunga scala a gradoni o attraverso la statale 163. Sul Fiordo ogni anno si tiene una spettacolare gara di tuffi, con atleti pro venienti da tutto il mondo.
A Furore si produce un famosissimo vino doc. Luogo magico e incantato, dove persino i ciottoli della marina sono intrisi di storia e leggende, Furore fu in passato location per numerosi capolavori cinematografici. Su tutti, quelli del Neorealismo italiano che ebbe in Rossellini il suo esponente più rappresentativo. Durante l’idillio con Anna Magnani, il grande regista s’innamorò a tal punto di Furore da acquistare due monazeni, oggi ristrutturati dal Comune insieme alla cartiera e allo spanditoio, trasformato in ecomuseo.
Le meraviglie naturali non sono l’unico punto forte di Furore. In questo borgo di poche centinaia di anime, la storia è scolpita nelle mura degli edifici sacri, come le chiese di San Giacomo, San Michele Arcangelo (sono visibili dalla provinciale che conduce ad Agerola) e Sant’Elia che presentano notevoli motivi d’interesse.
Quest’ultima, ubicata nell’omonima frazione, risale ad epoca antichissima e conserva tuttora sia gli interventi eseguiti nel Quattrocento che i successivi ampliamenti barocchi. Un importante trittico quattrocentesco, raffigurante la Madonna col Bambino, S. Elia e S. Bartolomeo, opera di Angelo Antonelli da Capua del XV secolo, è il vanto della parrocchia. Ancorché minuscola (o forse proprio per questo motivo), la spiaggia di Furore è semplicemente incantevole. Attraverso un camminamento scavato nella roccia, i nottambuli possono raggiungere uno dei locali cult della movida costiera: l’Africana, night club che nei mitici anni Sessanta fu, per la Costiera, l’equivalente della Capannina per la Versilia.
Copyright
Immagini: Michael Paraskevas, MGA73bot2, Fonzy86