Antro della Sibilla
Scoperta nel 1932, la lunga galleria rettilinea a sezione trapezoidale, fu interpretata dai primi scavatori come il luogo in cui la Sibilla, la profetessa del dio Apollo, riceveva i suoi fedeli e vaticinava in nome del dio. Scavata nella roccia tufacea con un andamento nord-sud, la galleria collega l’Acropoli alla collina meridionale. La sua posizione, a difesa dell’ingresso dell’Acropoli ha fatto però supporre che si trattasse di un’opera di carattere difensivo costruita tra la fine del IV ed il III sec. a.C. epoca alla quale risale un ampliamento e rafforzamento della cinta muraria dell’acropoli di Cuma. In età romana il piano pavimentale venne abbassato fino all’attuale quota e la galleria fu trasformata in un criptoportico di servizio collegato alla terrazza esterna dell’Acropoli. Ad età paleocristiana risalgono alcune tombe a cassa in muratura, collocate sul fondo delle cisterne della zona centrale e l’ambiente con arcosolio e banchine di fronte all’uscita laterale. In età post-classica alcuni bracci laterali vennero utilizzati come cava.